Fase 2, futuro pieno d’incognite per i voli dell’Aeroporto d’Abruzzo

TERAMO – (alessandro misson) Futuro pieno d’incognite per l’Aeroporto d’Abruzzo, senza voli di linea in partenza e in arrivo almeno fino a metà giugno a causa dell’emergenza Coronavirus e con prospettive per la Fase 2 ancor più complicate, perché legate alla ripartenza del turismo, quando non si sa ancora se gli abruzzesi potranno andare sulle loro spiagge.

 

NUMERI. Con i viaggi internazionali praticamente azzerati (tranne quelli charter e d’emergenza) e le compagnie aeree in crisi nera per le misure di sicurezza esistenti (cancellazione dei voli per rischio contagio) e quelle che dovrebbero essere introdotte (limitazione dei posti e distanziamento a bordo), l’aeroporto “Liberi” deve fare i conti con una situazione particolarmente delicata: un volume di 703.386 passeggeri nel 2019 In crescita), tre compagnie aeree (Alitalia, Ryanair e Volotea), sei collegamenti nazionali (Milano, Bergamo, Catania, Palermo, Cagliari, Alghero), e quindici internazionali tra diretti ed indiretti (Atene, Barcellona, Berlino, Bruxelles, Bucarest, Budapest, Cracovia, Dusseldorf, Francoforte, Ibiza, Londra, Madrid, Malta, Manchester, Praga, Varsavia), la chiusura dei voli per l’emergenza Coronavirus e i dipendenti in cassa integrazione.

 

LA REGIONE. Oggi la Regione Abruzzo, tramite il sottosegretario con delega ai Trasporti Umberto D’Annuntiis, ha scritto ad Alitalia lamentando il danno prodotto dalla cancellazione di tutti i voli da e per l’aeroporto di Pescara fino al 30 giugno. Il volo in questione Alitalia è il collegamento con Milano, operato con un Embraer 175 da 48 posti. La decisione è stata comunicata da Alitalia ieri, 12 maggio, sollevando le proteste della Regione  “per le ricadute occupazionali, d’immagine e di operatività per la molteplicità di utenti”, nella delicatissima fase della ripresa turistico/economica dell’Abruzzo. La scelta della “compagnia di bandiera”, per D’Annuntiis, penalizzerebbe l’Abruzzo in maniera “inspiegabile”, mentre non è accaduta la stessa cosa – viene citato l’esempio – per i collegamenti con la Sardegna. L’Abruzzo, non vantando voli diretti con Roma, “di fatto resta isolato dai circuiti nazionali ed internazionali, con conseguenze crescenti ed irreversibili con la riapertura delle attività”. D’Annuntiis chiede ad Alitalia di riconsiderare la scelta, anche in virtù degli investimenti della Regione nel miglioramento dell’infrastruttura – aeroporto.

 

LA SITUAZIONE ALITALIA. Dopo 10 miliardi di euro di finanziamenti statali ricevuti negli ultimi 10 anni e 2 milioni di euro persi ogni giorno prima della crisi Coronavirus, Alitalia dovrebbe ripartire con una nuova compagnia (a seguito del secondo fallimento “tecnico” della sua storia) all’inizio di giugno. Con un’iniezione di altri 3 miliardi di euro statali, la perdita di 4mila dipendenti su 11mila, il ricorso alla cassa integrazione per oltre 6 mila dipendenti e 21 aeromobili in meno su 113, la “compagnia di bandiera” dovrebbe recuperare operatività in vista di una futura acquisizione da parte di Delta o Lufthansa, senza però godere degli aiuti europei per l’emergenza Coronavirus. Attualmente la compagnia aerea sta operando voli internazionali charter per il rimpatrio dei nostri connazionali all’estero a carissimo prezzo (con biglietti quintuplicati, come avvenuto ad esempio per i due teramani bloccati in Argentina) e riattiverà i voli per la Sardegna a causa del fallimento della compagnia Air Italy, garantendo la continuità territoriale per una regione che a tutti gli effetti è un’isola. Alitalia al momento ha 12 aeromobili destinati al corto raggio nazionale e l’unico volo Pescara Milano, con tutta probabilità, non è tra le sue priorità.

 

VOLOTEA. La compagnia spagnola low cost collega Pescara con Sicilia e Sardegna. Il primo volo in programma dall’aeroporto d’Abruzzo per la Fase 2 è proprio un collegamento Volotea per Cagliari che dovrebbe decollare il 12 giugno. Al momento non ci sono voli di questa compagnia, visto che tutti gli aerei di linea europei potranno riprendere a volare dopo il 15 maggio, anche se potrebbero essere contingentati fino al 15 giugno.

 

RYANAIR. Collegamento con Milano a parte, il vero “core business” dell’Aeroporto di Pescara (e dunque il vero problema) è Ryanair, compagnia low cost del magnate irlandese Michael O’Leary, che collega a prezzi stracciati l’Abruzzo a Milano, Bergamo ed a tutte le altre destinazioni europee. La compagnia è ferma e attualmente sta pubblicizzando le destinazioni turistiche di novembre e dicembre 2020, anche se gli esperti prevedono che il settore dei viaggi internazionali a scopo turistico e ricreativo non decollerà prima dell’inizio del 2021. Il primo volo Ryanair in programma dall’aeroporto di Pescara è prenotabile per il 26 giugno, destinazione Bergamo. Settimana più, settimana meno, la decisione di Alitalia su Pescara è praticamente in linea con quelle delle altre due compagnie Volotea e Ryanair.

Il problema della famosissima low cost è però tutt’altro: il magnate O’Leary, che al momento mantiene a terra il 99% dei suoi Boeing 737, tranne alcuni collegamenti con Gran Bretagna e Irlanda, ha già fatto sapere che nel caso l’Unione Europea dovesse introdurre le limitazioni anti contagio per la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, sarebbe costretto a lasciare parcheggiati a terra tutti i suoi Boeing. La compagnia ha già fatto sapere che la sua politica aziendale (fatta di aerei a basso consumo e stipati di posti all’inverosimile) non sarebbe più concorrenziale, a meno di decuplicare i costi del biglietto. Se da Roma a Londra il prezzo standard era di circa 50 euro, con i posti limitati e distanziati il biglietto verrebbe a costare non meno di 500 euro.